Un dispaccio di
agenzia Askanews, lanciato ieri pomeriggio alle 16.31, registra
l’esultanza di Alfano dopo aver visto accettare da Renzi la propria tesi
sulle Unioni civili. Ma il segretario dell’Ncd va oltre: «In questo
momento – sottolinea – manca il motore centrale del centrodestra che una
volta era il Pdl, Fi, Berlusconi. Oggi non c’è più perché si è
inceppato. Ma i programmi realizzati con il governo Renzi vengono dal
programma del centrodestra: la responsabilità civile dei magistrati, la
tassa sulla prima casa, l’articolo 18, il bonus famiglie, l’elevazione
del limite ai contanti, la difesa della famiglia tradizionale e
costituzionale. Ncd ha avuto un ruolino di marcia di straordinaria
importanza in questo governo. Se prendete il programma del Pdl del 2013 e
lo confrontate con le cose realizzate con questo governo, in due anni e
mezzo, sembra che abbia governato il Pdl».
Sul voto di fiducia chiesto da Renzi
sulle Unioni civili interviene anche Verdini, altro teoricamente strano
alleato di Renzi, che – come riporta il Corriere – considera il voto di
fiducia solo una fase di passaggio rispetto al processo che considera
«inarrestabile»: «Ci vorrà ancora un po’ di tempo», spiega,
proiettandosi già verso la campagna referendaria d’autunno, quando
l’alleanza nel fronte del sì con Renzi sancirà il completamento
dell’operazione. L’avvicinamento – ribadisce – non è solo conseguenza
dei numeri parlamentari, ma è il frutto di una nuova stagione di cui il
premier è interprete. «Renzi – afferma Verdini – è il liberatore del Pd.
Sì, certo, in quel partito la tradizione continuerà a essere
rispettata, ma è in atto un cambiamento sociale prima ancora che
politico nel suo stesso blocco di riferimento. Guardate ragazzi che gli
elettori del Pd sono più a destra di noi».
È evidente che del tema della legge
sulle Unioni civili ben poco è interessato a questi due che lo hanno
considerato soltanto come un ottimo teatro di scontro per far aumentare
il proprio potere. Ed è altrettanto ovvio che coloro che si illudono che
contemporaneamente si possa essere renziani e nutrire ideali di
sinistra, diranno che le dichiarazioni di Alfano e Verdini sono soltanto
propaganda per dare peso al loro ruolo politico. Anche questo
certamente incide, ma è secondario perché purtroppo entrambi citano
fatti reali e tracciano strade future dalle quali Renzi non potrà
assolutamente deviare se intende restare a ogni costo a palazzo Chigi,
cosa che è del tutto e sempre più evidente.
Le consultazioni elettorali
amministrative che arriveranno da qui a pochi mesi, anche nel caso
dovessero registrare un tracollo di Renzi rispetto alle Europee degli 80
euro, farebbero aumentare ulteriormente alcune frizioni interne al
partito, ma ben difficilmente porteranno a un cambio di segreteria e di
governo.
Con molta maggiore attenzione
bisogna guardare al referendum di ottobre. Sia perché è necessario far
concentrare l’attenzione dei cittadini italiani sui rischi che
correrebbero nel caso passassero le riforme costituzionali imposte da
Renzi, evitando contemporaneamente di farsi distrarre dal tentativo di
Renzi stesso di trasformarlo in un referendum sulla sua persona, sia
perché – come prefigura Verdini – un successo dei sì coinciderebbe,
oltre che con un deciso crollo di democraticità nel Paese, anche con la
nascita del Partito della Nazione, tanto negato e tanto sognato
dall’attuale presidente del Consiglio.
Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/
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