venerdì 4 maggio 2018

Ricordando Angela

Il cielo non ha sprecato una giornata di sole nell’inutile tentativo di stemperare la tristezza per l’addio ad Angela Felice. Molti hanno già scritto molte cose su di lei, sulla sua vita, la sua cultura, la sua dedizione per l’insegnamento, il suo amore per il teatro. A me resta il desiderio di mettere in luce un altro suo aspetto, quello che forse, unito agli altri, ma più vincolante degli altri, ci ha portato spesso a scambiarci pensieri, opinioni, idee di progetti: mi riferisco alla sua passione sociale e, quindi, politica, unita alla maniacale attenzione con cui usava l’italiano individuando proprio nell’approssimazione, nella sciatteria nell'uso delle parole, una delle cause fondamentali del declinare di troppi dei vecchi caposaldi della nostra società, della loro scomparsa non perché fossero obsoleti e, quindi, fosse necessaria una loro sostituzione, ma soltanto in quanto era troppo faticoso mantenerli in piedi.

A proposito della sinistra, per esempio, continuava a sottolineare come la parola “unità” venisse colpevolmente confusa con “unanimità”. E sono sicuro che oggi ripeterebbe il medesimo concetto.

Anche nel teatro non c’era avventura nella quale si buttasse a corpo morto che non avesse uno sfondo sociale che poi, in realtà diventava il vero protagonista della pièce; e a tal proposito vi ricordo soltanto alcuni (perché sono quelli che mi hanno coinvolto di più) dei tanti spettacoli che con il suo aiuto sono nati: “Prima che sia giorno” e “Parlamentarmente” con Massimo Somaglino e Riccardo Maranzana su testi di Carlo Tolazzi e la lunga serie di spettacoli di Giuliana Musso, tra cui "La fabbrica dei preti" e "Mio eroe" alla quale Angela ha voluto dedicare una splendida antologia nel suo “Akropolis”.

Non c’era aspetto di crisi umana e sociale che non sollecitasse la sua attenzione e la sua riflessione; e tutto questo si riverberava anche sul Palio studentesco nel quale le sue due maggiori passioni– il teatro e l’educazione dei giovani – convergevano nel medesimo filone di attività. È difficile dimenticare il suo frenetico e vigoroso impegno per salvare il Palio messo incredibilmente in pericolo da un assessore regionale quantomeno distratto, ma anche la sua evidente coscienza che proprio quel momento di pericolosissima crisi poteva diventare un momento di grande crescita sociale per i ragazzi, se riusciva a farli stare assieme per lavorare per un unico obbiettivo e anche a far loro rendere conto di quale forza possa ancora avere l’unità di intenti in un’epoca nella quale è l’individualismo sfrenato a essere più superficialmente apprezzato.


Potrei portare molti altri esempi, ma mi sembrerebbero superflui per dimostrare che Angela Felice non mancherà soltanto a me e ai tanti che ne hanno scritto, ma mancherà anche a moltissimi che non hanno la possibilità di esprimere pubblicamente il loro dolore. E mancherà anche a tantissimi che non lo sanno nemmeno perché non l’hanno conosciuta, ma che se lei fosse ancora qui l’avrebbero incontrata in una delle sue tante attività. E se ne sarebbero inevitabilmente arricchiti.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

Nessun commento:

Posta un commento