lunedì 20 marzo 2017

Non contro, ma pro

Come ho sempre fatto, anche questa volta, il 30 aprile, andrò a votare alle primarie del Pd per la scelta del segretario. Perché annunciare pubblicamente questa mia decisione personale, apparentemente di nessuna importanza e di cui ho già parlato da molto tempo alle persone che mi sono vicine? Semplice: in quanto vorrei che fossero tanti a condividere questa mia decisione.

Per prima cosa, se l'ho fatto sempre, perché questa volta la scelta appare diversa e, quindi, degna di menzione? Perché, mentre nelle altre occasioni, pur non essendo iscritto al Pd, avrei poi avuto alte probabilità di votare per quel partito, questa volta le possibilità, a voler essere ottimisti, sono praticamente inavvertibili. E ritengo necessario che possano aumentare, sia per me, sia per molti altri. E tento di spiegare perché.
 

Intanto va ricordato che per lo statuto del Pd, bizzarramente, alla scelta del segretario può partecipare chiunque, anche un non iscritto. E, infatti, alle ultime primarie, vinte trionfalmente da Renzi, ho visto pazientemente incolonnate in sala Ajace, a Udine, moltissime persone notoriamente berlusconiane, o, comunque, sicuramente collocate a destra. Questa volta vorrei che fossero presenti moltissime persone di sinistra, anche se, dopo la gestione Renzi del partito e del governo, e con le più recenti sbandate che possono essere identificate con i voti a favore di Minzolini, o con la decisione di De Luca di sanare 70 mila case abusive, il solo avvicinarsi a quel simbolo può diventare fastidioso.

Ma, attenzione. Ho già detto in altre occasioni che vedevo il PD come un vecchio castello medievale, imponente con le sue alte e larghe mura e con il suo solido mastio, che è stato assediato a lungo dalle forze del centrodestra e che, a un certo punto, è stato conquistato dai nemici perché qualche traditore ha aperto il portone e ha abbassato il ponte levatoio. 

Ora il castello è in mano agli avversari e non si può far finta che non esista perché la sua massa critica e la sua posizione strategica sullo scacchiere politico sono imprescindibili se si vuol riuscire a riportare l’Italia su quella che io ritengo sia la giusta via. Adesso l’unica possibilità è quella di attaccarlo dal di fuori, ma contando anche sull’aiuto di quelli che sono rimasti a combattere al suo interno.

Francamente non so se hanno fatto bene, o se meglio sarebbe stato che fossero usciti per rendere più vasta fin da subito la schiera di chi vuole ridare al Pd la sua anima originaria, ma sono certo che meritano rispetto e aiuto da coloro che sono fuori e che sono già stati schierati sullo stesso fronte quantomeno il 4 dicembre quando il tentativo renziano di stravolgere la nostra Costituzione è stato rintuzzato.

Credo non ci siano dubbi di sorta sul fatto che sia necessario un centro di attrazione gravitazionalmente forte a sinistra; e infatti il centrosinistra ha vinto, sia a livello politico, sia a livello amministrativo, soltanto quanto questo centro di attrazione c’era ed è stato in grado di convincere gli le altre forze cugine ad aggregarsi. Ora, o gli ideali del PD tornano a coincidere con quelli del centrosinistra, oppure sarà necessario costruire un nuovo polo di attrazione e ci vorranno sicuramente degli anni durante i quali saremmo in balia, o della destra che ha ideali diametralmente opposti, o dei grillini che personalmente mi spaventano non tanto perché inesperti e presupponenti, ma soprattutto in quanto si lasciano prendere in giro e a sberle dal capo senza reagire, quasi sorridendo. E lo spavento deriva dal fatto che la storia è purtroppo ricca di momenti come questi in cui il capo ha detto «Fidatevi di me» e gli altri hanno annuito, momenti che hanno preceduto la scomparsa – quasi sempre temporanea, ma sempre troppo lunga – della democrazia in molti Paesi del mondo.

Quindi spero che tanti, pur se dovranno regalare un paio di euro al Pd, vadano comunque a votare alle primarie, o per Orlando, o per Emiliano. E questa mia sollecitazione, anche se la mia simpatia e consonanza politica con Renzi sono uguali a zero, non va contro Renzi, ma a favore del Pd e, soprattutto, della sinistra. Con un Pd che ritrovi almeno in parte le sue origini tutta la sinistra potrà riprendere a sperare fin da subito.

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