domenica 18 ottobre 2015

Giusto e ingiusto

A Udine il presidente del consiglio pro tempore, Matteo Renzi, ha detto che «abbassare le tasse non è né di destra, né di sinistra: è giusto». Ed è rimasto lì ad aspettare gli applausi che doverosamente spettano a ogni frase a effetto. Teoricamente tutti potrebbero limitarsi ad applaudire e ad annuire davanti alle acrobazie oratorie dell’ottimista toscano e poi passare a pensare a come spendere i tanti euro che rimarranno loro in più in tasca.
Ma i meno distratti non possono non ricordare che in un libretto che Renzi vuole cambiare a tutti i costi in alcune sue parti – e soprattutto nello spirito – e che si chiama “Costituzione”, si precisa, all'articolo 53, che «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» e che «Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». E, quindi, che tagliare, sia le tasse di poche centinaia di euro ai meno abbienti, sia quelle di alcune migliaia di euro ai più ricchi non soltanto non è giusto, ma finisce per realizzare una progressività al contrario.

Dalla frase di Renzi, comunque, deriva, lapalissianamente, che aumentare le tasse non è né di destra, né di sinistra: è sbagliato. E, allora, proviamo a non dimenticare che, nei vari sistemi per recuperare i soldi della mancata tassazione della prima casa, c’è pure quello di inserire nel reddito – e, quindi da tassare – anche la cosiddetta “indennità di accompagnamento” che va ad aiutare a provvedere alle esigenze di chi non è più in grado di camminare, o di provvedere ai comuni atti della vita a causa di un’invalidità al 100 per cento.
È vero che, non essendo legata al reddito, l’accompagnatoria potrebbe riceverla anche Berlusconi, ma sta di fatto che finora andava ad alleviare le condizioni di vita di migliaia di famiglie che soltanto così potevano assistere, o far assistere, un loro congiunto davvero invalido. Ora questa novità crea una serie di disastri non soltanto economici, ma soprattutto umani: intanto, visto che è tassata, diminuisce; poi, facendo aumentare il reddito, può non soltanto rischiare di far scattare nuove aliquote, ma, soprattutto, di togliere ai “beneficiari” il diritto ad altri aiuti e abbattimenti.

Ma anche in questo caso, della progressività costituzionale e, quindi, obbligatoria nella contribuzione ai bisogni dello Stato tra poveri e ricchi, nell’attuale governo nessuno sembra fare la minima attenzione. 

Il fatto è che quando Renzi dice che una cosa «non è né di destra, né di sinistra, ma giusta», dimostra di sapere benissimo cos’è di destra, ma di avere soltanto vaghissime idee di cosa sia di sinistra. E che, quindi, anche il suo concetto di giusto ne risulta piuttosto nebuloso.

Un’ultima cosa: probabilmente per il fatto che sono sempre andato a votare alle primarie del PD, e, quindi, da quel partito sono considerato “simpatizzante”, questa mattina presto ho ricevuto una mail firmata dai vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani e dal tesoriere Francesco Bonifazi, nel quale mi si chiede di abbonarmi all’Unità perché « è un patrimonio di tutto il Paese, ma è soprattutto un nostro pezzo di storia di cui avere cura». E poi si aggiunge che «ogni suggerimento, critica, idea è non solo benvenuta, ma preziosa per fare un altro passo avanti». Un suggerimento lo regalo volentieri: abbiate davvero cura di quella testata e tornate a fare un giornale e non più un illeggibile foglio di propaganda e di idolatria del capo e allora volentieri potrei anche pensare, se non di abbonarmi, almeno di tornare a leggerlo.

Tutti gli “Eppure…” li puoi trovare anche all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/

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