venerdì 1 maggio 2015

Su due sedie

Almeno le prese in giro dovrebbero avere il buon gusto di risparmiarsele. A leggere l’intervista a Paola De Micheli, minoranza Pd di Area Riformista che ha votato la fiducia al governo sull’Italicum, non si sa se ridere, compatire, o arrabbiarsi. L’ineffabile deputata – casualmente anche sottosegretaria – dice: «I veri anticonformisti siamo noi. Giochiamo la partita più difficile, più scomoda. Vogliamo condizionare l’azione del governo, come fatto finora. E per farlo non bisogna essere obbligatoriamente renziani, o antirenziani». 

Cioè, per dirlo più in chiaro, per condizionare il governo non basta sedersi all’interno del governo stesso, ma bisogna anche evitare di contraddirlo in Parlamento. Con lo stesso ragionamento, Matteotti avrebbe fatto meglio a stare zitto e ad appoggiare Mussolini per condizionarlo, oppure Washington, Jefferson o Franklin avrebbero dovuto restare in sintonia con il governatore britannico piuttosto che dichiarare l’indipendenza americana. E potremmo andare avanti con altri tragici esempi di tutti i tempi e di tutte le nazioni. 

Ma al di là delle scempiaggini che ci fanno capire che, se questi sono gli esponenti della minoranza PD – ma fortunatamente non tutti sono così – per il PD non c’è davvero più futuro non soltanto a livello di sinistra, ma neppure di democrazia, varrebbe la pena che la deputata De Micheli riflettesse per un istante su una piccola realtà. Un po' meno di quaranta deputati PD con ancora intatto il senso della democrazia italiana e della dignità personale – come Gianna Malisani e Gianni Cuperlo della nostra regione e altri non di secondo piano, come Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Pippo Civati, Alfredo D’Attorre, Guglielmo Epifani, Stefano Fassina, Enrico Letta, Barbara Pollastrini e altri ancora – hanno rifiutato di avallare una legge sbagliata come quella imposta da Renzi; legge che, combinata con la riforma del Senato, fa correre terribili rischi democratici. Se non l’avessero fatto oggi la “eroica” Paola De Micheli non potrebbe vantarsi di essere un’illuminata che condiziona – Dio solo sa come – il governo: senza il contraltare dei coerenti di sinistra potrebbe soltanto stare in silenzio tra i pecoroni che quando votano fanno il contrario di quello che dicono.

Il dibattito tra chi vuol far tornare se stesso il PD dal di dentro e chi pensa sia meglio farlo dal di fuori non si è mai esaurito e continua con argomentazioni spesso opposte. Ma su una cosa tutti sono d’accordo: per opporsi al Renzi che ha svuotato il PD dei suoi valori è necessario non votare mai sì ai suoi diktat. Il sì può arrivare soltanto da chi si illude di poter sedere contemporaneamente su due sedie.
 
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