mercoledì 25 febbraio 2015

Tre poteri in uno

Nessuna sorpresa: dopo aver attaccato il potere legislativo con la volontà di eliminazione del Senato, con un premio elettorale che impedirà ogni discussione utile in Parlamento, con un’infinita serie di “canguri” e di “fiducie” che hanno già svuotato le due Camere di ogni potere reale, ora era giunto il momento di attaccare anche il potere giudiziario. L’obbiettivo evidente, infatti, è quello di dilatare oltre ogni limite il potere del potere esecutivo. Proprio quello che la Costituzione voleva a ogni costo evitare creando tutta una serie di contrappesi per limitare una possibile, sia pur temporanea, dittatura del governo in carica. 

E non è una caso che il cambiamento delle regole sulla responsabilità civile dei magistrati sia stato approvato soltanto con i voti del partito di Renzi (chiamarlo ancora PD, mi sembrerebbe un’offesa a coloro che lo hanno fondato). Il ministro della Giustizia Andrea Orlando dice che «la giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati». Ma dimentica che la giustizia è spesso ingiusta soprattutto perché i colpevoli, se ricchi, se la cavano pagando avvocati espertissimi nel dilatare i tempi per raggiungere la prescrizione, che la corruzione dilagante trova gran parte del suo alimento proprio in alcuni anfratti di quella politica che poco o nulla fa contro i conflitti di interesse, che lascia depenalizzato il falso in bilancio, che non si preoccupa se nei tribunali mancano giudici, cancellieri, addirittura la carta.

Del tutto ridicolo, poi, è lo stesso ministro quando dice che «Valuteremo laicamente gli effetti e siamo pronti a correggere alcuni punti. Ma ritengo che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro». Ma come? Laicamente in un partito che è talmente confessionale da accettare come vangelo le parole del capo? Ma si rende conto che confessa che, per la fretta endemica di Renzi e dei renziani, non è stata valutata preventivamente con attenzione una norma delicatissima? Ma davvero pensa che non avrà riscontro il fatto che ci sarà un diluvio di ricorsi, ora che non serve più un passaggio preventivo per valutarne l’ammissibilità e che il travisamento del fatto e della prova rientra fra le ipotesi per cui chiedere i danni? Il tutto mentre si innalza la soglia economica di rivalsa del danno. 

Stanno distruggendo la Costituzione. E hanno cominciato dall’articolo 1. Ora, in attesa di vari referendum abrogativi, l’appello non può che essere quello lanciato a suo tempo da Borrelli contro Berlusconi: «Resistere. Resistere. Resistere». È improcrastinabile fuori dal Parlamento, ma anche al suo interno. E anche all'interno del partito di Renzi.

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