mercoledì 16 luglio 2014

Peccato di omissione

La notizia più importante della giornata, anche se sicuramente non aprirà molte prime pagine, arriva dall’Aja dove il Tribunale Internazionale che lì ha sede ha condannato l’Olanda come civilmente responsabile delll’eccidio di Srebrenica, perché i caschi blu olandesi avrebbero dovuto proteggere i circa 300 uomini, bosniaci di fede musulmana, che si erano rifugiati nella loro base mentre i serbo-bosniaci di Mladic da ore procedevano al massacro, mentre li fecero uscire dalla loro base consegnandoli praticamente ai loro carnefici.
Mentre noi ci trastulliamo con i proclami di Renzi e con le continue sottrazioni di democrazia nei confronti del popolo, nel resto del mondo accadono cose importantissime di cui facciamo fina di non accorgerci, probabilmente perché sono troppo scomode: di un attentato con tante decine ndi morti a Kabul non vediamo neppure una riga sui giornali italiani perché in Afghanistan morire è la norma, come è la norma in Palestina (per qualche giorno qualcosa si saprà perché si è appena roipreso a combattere), ma anche il Iraq, Siria, Libia, Sudan, Somalia e in tanti Paesi di cui non si fa più cenno forse perché potrebbero distrarre dall’indomito tentativo di far rialzare il Pil.

Ma sulla sentenza su Srebrenica non è possibile far finta di niente perché ci dice che tutti siamo responsabili di quello che accade, che non possiamo far finta di niente, che non è più lecito a nessuno dire «Non ho fatto altro che eseguire gli ordini», che è disonesto sperare di far credere che riparare i guasti di questa società è sempre compito di qualcun altro.

E questo vale per tutti. Quando nella preghiera cristiana del Confiteor si dice «…perché ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni», l’ordine delle parole non è stato messo lì a casaccio, ma chi lo ha scritto ha realizzato scientemente un ordine crescente di gravità. L’omissione, il restare inerti, il far finta di non vedere, infatti, è la colpa più grave, perché è sicuramente un atteggiamento non istintivo, ma deliberato, perché è il trionfo dell’egoismo sul bene generale, della pigrizia sul dovere. Perché si possono permettere futuri danni incommensurabili per piccini desideri di tranquillità.

Può sembrare blasfemo il paragone, ma anche nelle piccine cose della politica italiana l’omissione è peccato gravissimo: stare lì a guardare fare scempio della nostra democrazia è stato e continua a essere un peccato gravissimo che toglie dignità a noi e al nostro Paese.
Otto anni fa sono stato chiamato a Pordenone per presentare il film “Souvenir Srebrenica” di Roberta Biagiarelli. Se a qualcuno può interessare, il testo lo si trova all’indirizzo http://g-carbonetto.blogspot.it/2014/07/souvenir-srebrenica.html

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