lunedì 9 giugno 2014

Politica e delinquenza

Spesso l’ansia della fretta e della costruzione di slogan efficaci che restino nella memoria e che siano funzionali a creare titoli di richiamo per i giornali, ma soprattutto per le televisioni, porta a dire cose che sono, se non sbagliate, almeno parziali. Prendete la frase pronunciata da Renzi a Napoli durante l’intervista pubblica per “La Repubblica delle idee”: «A casa, calci nel sedere a chi ruba. Non c’è PD che tenga». Ottimo, ma decisamente parziale, se non addirittura pericoloso.

Se si facesse attenzione alle parole, ci si renderebbe conto, infatti, che chi ruba dovrebbe andare in galera e non a casa. Sia egli, o ella, del PD, o di altri partiti. E questa frase è pericolosa perché rafforza nel subconscio della gente l’idea che per chi ruba milioni di euro dei soldi pubblici la pena debba limitarsi a essere l’uscita dalla politica, mentre per chi si appropria indebitamente, magari per fame, di un chilo di pasta al supermercato sia ineluttabile lo spalancarsi la porta della galera; al netto, ovviamente, dell’eventuale condizionale.

Una superficialità episodica di Renzi, o un detestabile subconscio che fa capolino in determinati momenti? Spero sinceramente si tratti della prima ipotesi, ma qualche dubbio mi viene da un’altra frase pronunciata dalla fedelissima ministra Boschi, già segnalata per l’abitudine di parlare prima di pensare adeguatamente a ciò che sta per dire. Ricordate la vaneggiante risposta a Vannino Chiti «A nessuno è permessa una presa di coscienza individuale»?

Ebbene, questa volta, per commentare gli scandali di Milano, di Genova e di Venezia, ha detto: «È la vecchia politica». Non viene il dubbio alla ministra che non di vecchia politica si tratti, ma di vecchia delinquenza? Che anche nella vecchia politica ci sono stati – e probabilmente in maggioranza – persone oneste? È proprio certa che tra le giovani leve nessuno cederà alle lusinghe economiche di imprese e/o gente di malaffare per aggiustare le gare di appalti in cambio di consistenti tangenti? E allora cosa dirà? Che si tratta della nuova politica?

Cerchiamo di separare il concetto di politica da quello di delinquenza. Non lo abbiamo fatto con sufficiente forza e determinazione quando Berlusconi – per uso personale – ha fatto depenalizzare il falso in bilancio. È doveroso farlo oggi perché in un clima di mancata distinzione, non soltanto anagrafica, tra politica e delinquenza, la politica finirà di vivere, mentre la delinquenza continuerà a prosperare allegramente.

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