lunedì 20 gennaio 2014

Non si tratta solo di forma

Coloro che apprezzano la mossa di Renzi di incontrarsi con Berlusconi per fissare con lui la legge elettorale criticano che ne è schifato perché – dicono – ci si appiglia a motivi di forma e non di sostanza. È, con chiara evidenza, tutto il contrario.
Intanto la nuova legge elettorale, stando a quanto è stato annunciato, dovrebbe prevedere un consistente premio di maggioranza su un’impostazione proporzionale e l’assenza di preferenze: esattamente quello che aveva fatto dichiara e incostituzionale dalla Consulta la legge precedente.
Una domanda tipica, mutuata dalle parole di Renzi, è: meglio governare con Berlusconi o discutere con Berlusconi? E la risposta mi sembra scontata: meglio lasciare che Berlusconi sconti la sua pena. Meglio non parlare di politica e di istituzioni con un pregiudicato senza senso dello Stato. Meglio non governare che governare con gli imbroglioni. Meglio ricordarsi che Berlusconi non può essere il capo della Destra in quanto – almeno per chi crede ancora nelle istituzioni – è soltanto un pregiudicato e un interdetto.
Altra obiezione è quella che sottolinea che è ipocrita che coloro che hanno accettato di governare con Berlusconi ora non vogliano dialogare con lui per la legge elettorale. E qui ci sono almeno due risposte da dare. La prima è formale e ricorda che quella volta Berlusconi era ancora in attesa del giudizio definitivo. La seconda è sostanziale e discrimina tra coloro che hanno accettato di entrare nel governo con Berlusconi e quelli che hanno votato poco meno di un anno fa per Bersani, neppure immaginando che il Pd potesse accettare di governare con il PDL, che hanno sofferto quella scelta e l’hanno contestata e che ora non accettano che il partito per cui hanno votato, e da cui si sentono traditi, riabiliti un personaggio per il quale, vista la mancanza di pentimento e i continui attacchi alla magistratura, la grazia non è neppure pensabile.

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