mercoledì 22 gennaio 2014

La questione morale

Le dimissioni di Gianni Cuperlo da presidente del PD sono state non soltanto obbligate per motivi di dignità umana e politica, ma anche cercate da Renzi che rifiuta ogni critica accusando gli altri del suo stesso “peccato” e che prosegue con arroganza e strumentalizzando in maniera indecente i voti che ha ottenuto alle primarie quando sbandierava la sua assoluta lontananza da Berlusconi. Sarebbe davvero interessante sapere come sarebbero andate le primarie se lo stesso Renzi prima del voto avesse annunciato di voler parlare di argomenti istituzionali con il pregiudicato e interdetto Berlusconi e se avesse anticipato che avrebbe deciso di continuare a cancellare le preferenze.
Appare sempre più evidente – anche a coloro che desidererebbero non vederlo – che per il sindaco di Firenze il fine giustifica i mezzi, che l’etica e la legalità sono subordinate al risultato. In Renzi, insomma, manca decisamente ogni addentellato con quella questione morale che è stata messa in primo piano da Berlinguer, ma che poi non è stata solamente un ideale suo, ma di una consistente parte della sinistra.
Una volta pensavo alla DC come a un partito che non sentiva propria la questione morale. Oggi penso al PD di Renzi nella stessa maniera. Il mio problema personale di coscienza è che per la DC non ho mai votato, mentre per il PD, fino alle ultime elezioni, ho votato quasi sempre.

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