domenica 19 maggio 2013

Un suicidio che coinvolge troppa gente

Taluni dicono che se uno decide di suicidarsi si deve lasciarlo seguire la strada che ha scelto. Se ne può discutere. Assolutamente indiscutibile, invece, è che se uno vuole suicidarsi facendo esplodere e crollare il condominio in cui vive è obbligatorio intervenire per salvare la vita di altri innocenti che altrimenti ne sarebbero coinvolti.
Fuor di metafora: direi che è indiscutibile che il PD sia in preda a un “cupio dissolvi” che ormai sembra essere irreversibile. Ma altrettanto indiscutibile è il fatto che il centrosinistra ha bisogno di un partito che faccia massa critica attorno alla quale le altre formazioni politiche vicine possano coalizzarsi per sconfiggere il berlusconismo e i disastri che continua a portare con sé. E che, quindi, è obbligatorio cercare di convincere il PD a cambiare strada prima che il suicidio sia portato a compimento.
Di tentativi di suicidio del PD ne vediamo quasi ogni giorno e ieri se ne è avuta l’ennesima conferma: mentre il PDL va tranquillamente in piazza ad attaccare la magistratura per difendere l’impunità di Berlusconi , il PD tiene a casa le bandiere per paura di essere confusi con coloro che partecipano alla manifestazione della FIOM che vuole difendere il lavoro e i lavoratori senza attaccare nessuna istituzione repubblicana.
Eppure una volta la sinistra si rivolgeva ai lavoratori; e i lavoratori, anche se la classe operaia è stata massacrata, continuano a esistere ancora. Eppure il segretario del partito è Epifani, ex segretario confederale della CGIL. Eppure buon senso vorrebbe che, visto che ci si oppone al qualunquismo dei grillini che affermano che destra e sinistra ormai sono uguali, ogni tanto bisognerebbe pur fare qualcosa di sinistra almeno per affermare di esistere ancora.
Bisogna dire che alcuni esponenti del PD (Fabrizio Barca, Matteo Orfini e Sergio Cofferati) hanno partecipato a titolo individuale ed è anche necessario sottolineare che a livello regionale i comportamenti sembrano essere molto più coerenti con i valori che il PD dovrebbe rappresentare. Ma comunque sta di fatto che la domanda è inevitabile: fino a quando il PD pensa di poter prendere per i fondelli i propri elettori cercando di convincerli a scegliere sempre il medesimo partito, mentre, invece, la mutazione sembra essere ormai diventata sostanziale?

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