mercoledì 17 aprile 2013

Né condivisione, né intese

«Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale». È questo che dice la Costituzione. Quindi è necessario sottolineare almeno due cose. La prima è che non dice che deve rappresentare l’unità dei partiti. La seconda è che il verbo “rappresenta” non significa né “incarna l'unità nazionale”, né “è la dimostrazione dell'unità nazionale”.
Quindi, per favore, finiamola di prenderci in giro con “candidature condivise” che sono la base necessaria per un futuro governo “di larghe intese”. Per quanto mi riguarda (e credo davvero di non essere l’unico), non vedo cosa io possa condividere con Berlusconi e con i suoi dipendenti, né quali intese (larghe o strette che siano) possa avere con loro su argomenti davvero seri come quella che ritengo essere la giustizia sociale.
Ed è sulle indecisioni del PD, rese più forti ed evidenti dai violenti attacchi di Renzi a Bersani che, al di là delle considerazioni di merito, sono del tutto fuori tempo (a meno che non si pensi ai progetti personali del sindaco di Firenze), che Berlusconi e Grillo vivono e prosperano.
Vuole, per favore, essere il PD a imporre un proprio nome di grandissimo livello senza preoccuparsi se dà fastidio a Berlusconi perché non gli assicura l’impunità, o a Grillo perché profuma di politica (come se Rodotà non avesse avuto cariche politiche e istituzionali)!
Vuole, per favore, il Pd ricordare che non esiste soltanto la questione del presidente della Repubblica e che in Friuli Venezia Giulia, per esempio, le indecisioni e le polemiche di di Roma rischiano di incidere negativamente sulla corsa di Debora Serracchiani alle elezioni regionali, facendoci correre il terribile rischio di riavere per altri cinque anni il disastroso immobilismo, l’assoluta incompetenza e la debacle sociale portati nella nostra regione da Tondo e dalla sua giunta!

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