sabato 1 dicembre 2012

La regola delle regole

In un paio di precedenti blog avevo già dichiarato esplicitamente la mia contrarietà all’ipotesi che Matteo Renzi potesse diventare il candidato premier del centrosinistra argomentando la mia scelta soprattutto con l’idea che non si sarebbe più trattato di quel centrosinistra in cui credo e spero io.
Gli ultimi giorni mi hanno rafforzato nelle mie idee che ritengo doveroso esprimere: la voglia di cambiare le regole per il voto alle primarie nasconde, non troppo bene, l'intenzione di tentare di vincere facendo aumentare la quantità di persone, non della parte politica alla quale mi sento vicino, intenzionate a inquinare le scelte dell’elettorato che poi tornerà davvero a votare per il centrosinistra nel momento in cui si sceglierà il nuovo Parlamento.
Ma non è tanto il timore dell’inquinamento esterno a farmi paura: è quello dell’inquinamento ideale interno. Perché se anche da noi dovesse passare il concetto che le regole valgono fin quando fanno comodo e che poi, in corso d’opera e non democraticamente, possono essere cambiate a piacere, allora davvero cadrebbe una delle differenze più marcate con il centrodestra berlusconiano; allora davvero la parola “rigore” non significherebbe onestà di comportamento e rispetto dei patti, ma soltanto tagli economici indiscriminati e soprattutto sempre a carico di chi non ha il potere, appunto, di cambiare le regole che lo affamano.

Nessun commento:

Posta un commento