venerdì 28 ottobre 2011

Per quanto voi vi crediate assolti …

Oggi il Times di Londra, che una volta il centrodestra definiva “autorevole”, scrive in prima pagina che «Berlusconi si deve dimettere immediatamente». E continua con parole inequivocabili sottolineando che è stata «la codardia politica del Presidente del c
consiglio che ha messo in pericolo l’intera Eurozona» e rincarando, per chi avesse ancora un dubbio, con un’altra frase inequivocabile: «Questo clownesco primo ministro la cui noncuranza, irresponsabilità e codardia politica ha tanto esacerbato la crisi attuale».
E davanti a quello che sta accadendo in Italia e che sembra sia lucidamente visibile più dall'estero che da noi, mi torna ripetutamente in testa il verso «Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti», della “Canzone di maggio” di Fabrizio de Andrè, uno dei pochi poeti che non soltanto hanno saputo coniugare poesia e società, ma ci hanno permesso di intravvedere il futuro attraverso le sue parole.
Mi torna in mente perché In Italia a essere convinti che Berlusconi sia finito sono ormai quasi tutti ed è una corsa disperata a rifarsi una verginità mettendo in rilievo tutte le proprie cose buone e nascondendo quelle cattive, sperando nella scarsa memoria della gente.
Mi riferisco a Fini, senza il cui ennesimo appoggio, Berlusconi non sarebbe mai riuscito a combinare tanti disastri; a Casini che lancia anatemi sul Pdl ma ancor’oggi si allea con lui dove, come in Molise, annusa possibilità di vittoria; a Bonanni e Angeletti che adesso (adesso!?) si accorgono che questo governo se ne frega del lavoro e dei lavoratori pur di difendere i ricchi tra i quali Berlusconi è il più ricco di tutti; a Bertinotti che per le 35 ore ha fatto crollare il miglior governo del dopoguerra; a parte del Pd (non soltanto a D’Alema e a Veltroni) che continua a privilegiare le alleanze rispetto ai programmi mentre gli elettori vogliono programmi e non alleanze a prescindere; a quelli come me che limitandosi al voto e al disprezzo («La politica? Una cosa con cui non voglio sporcarmi») ha reso possibile la nascita e lo sviluppo del berlusconismo con la sua distruzione di uomini, valori e istituzioni.
In questo quadro fanno quasi tenerezza quelli che ancora credono che Berlusconi sia un politico e non uno sgangherato approfittatore. Uno dei lettori di questo blog, che in pubblico preferisce celarsi sotto l’anonimato di uno pseudonimo (ognuno si dia una sua risposta sul perché), scrive: «Tutti pronti ad insultare, tutti pronti ad insegnare, tutti pronti a dire quello che bisogna fare, tutti pronti a criticare, nessuno invece è pronto a mettersi in prima fila a dare l’esempio; bravi, complimenti, se questa è l’alternativa siamo messi veramente bene!».
Può anche essere che lei abbia ragione, ma bisognerebbe avere una controprova: tenti lei di convincere Berlusconi a ritirarsi dalla prima fila per far vedere se gli altri sono capaci non solo di dare il buon esempio, ma anche di lavorare non esclusivamente pro domo sua.

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