martedì 25 ottobre 2011

Il quarantesimo trucco

L’inadeguatezza politica ed etica di Silvio Berlusconi è già abbondantemente evidente per chi non fa finta di non vedere, ma per apprezzare appieno la bassezza non soltanto fisica del personaggio, occorre ancora una volta scrutare le sue vicende private.
Questa volta, per la sua quarantesima legge ad personam approfitta delle pieghe del Decreto sviluppo imposto all’Italia dall’Europa, e ci piazza una norma (tre righe mimetizzate a pagina 203 della bozza) che dai commentatori, e anche da alcuni dei suoi, viene graziosamente definita "taglia-legittima" o "anti-Veronica".
La questione è semplice: se Berlusconi morisse con le leggi attuali, il controllo di Fininvest passerebbe di diritto alla seconda moglie Veronica Lario e ai figli di seconde nozze Barbara, Eleonora e Luigi con una quota del 56,1%, mentre a Marina e a Piersilvio resterebbe il 43,9%. Nel Decreto sviluppo Berlusconi, tentando di cambiare le carte in tavola sulle regole della “legittima”, vuole consentirsi di lasciare fino al 53,38% dell'impero di famiglia ai due primogeniti e di ridimensionare Veronica e i suoi figli con il 46,62%.
Non intendo minimamente entrare nelle beghe familiari berlusconiane, ma mi sembra inevitabile sottolineare che questo signore continua a restare a palazzo Chigi non per fare il bene dell’Italia che è stata lasciata andare scientemente allo sbando sperando di non perdere consensi elettorali con provvedimenti legislativi non troppo simpatici, ma per curare gli interessi propri; giudiziari o economici che siano.
E particolarmente repellente mi pare il trucco di piazzare la norma nel Decreto sviluppo che con le eredità non c’entra proprio nulla. Repellente, ma furbesco perché Berlusconi punta a non discuterne neanche chiedendo la fiducia per un provvedimento che – dirà sicuramente - «ce lo chiede l’Europa» in tutta fretta. Perché è noto che la democrazia altro non è che un fastidioso rallentatore.
E, a proposito di Europa, è ridicolo e intollerabile che Berlusconi, dopo i risolini di scherno di Sarkozy e Merkel, affermi in un comunicato che «nessuno ci può dare lezioni». Ridicolo perché in realtà moltissimi europei potrebberodare lezioni a lui e al suo governo.
Intollerabile in quanto è offensivo che la particella pronominale “ci”: con quel signore la maggior parte degli italiani ha in comune soltanto il colore della copertina del passaporto.

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