giovedì 4 novembre 2010

Distrazioni e collezioni

Vi devo confessare che molto spesso apro il mio blog e, invece di scrivere quello che mi passa per la mente, mi fermo e chiudo pensando più o meno che non è possibile continuare a scrivere ogni santo giorno che c’è qualcosa che non va. E sento che anche molti altri dicono che non è possibile continuare quotidianamente a imprecare e a spiegare perché così non può andare avanti.
È un errore; comune, ma grave. E non soltanto perché l’indignazione non può essere valida soltanto a giorni alternati, ma anche e soprattutto perché Berlusconi e i suoi infarciscono la nostra vita di schifezze contando proprio su una nostra saturazione e su un eccesso di buona educazione per sdoganare tutto, ma proprio tutto.
Fateci caso: esce la notizia che Berlusconi interviene direttamente e pesantemente su una questura per rimettere in libertà una minorenne che partecipava alla sue feste in villa, una ragazza fermata per furto e già segnalata per prostituzione; e lo fa spacciandola per la nipote di Mubarak. Ebbene l’attenzione da questo incredibile abuso di potere - che in qualunque Paese del mondo avrebbe già fatto sparire Berlusconi dalla vita pubblica – viene distratto dalla parte pecoreccia dello scandalo.
Quando questa, però, comincia a diventare troppo ingombrante per l’elettorato cattolico, visto che si fanno vive altre giovanissime ragazze disponibili che dicono di aver partecipato alle feste in villa, Berlusconi svia l’attenzione generale attaccando gli omosessuali e strizzando l’occhio alla parte più conservatrice e integralista della cattolicità.
Se l’ultima brillante idea suscita reazioni indignate in tutto il mondo, anche nelle cancellerie, pur di non far continuare a parlare di queste cose, in soccorso a Berlusconi corre il direttore artistico del festival di Sanremo, Gian Marco Mazzi, che annuncia che sul palco saranno cantate sia “Bella ciao”, sia “Giovinezza”, quasi l’inno della libertà e quello della dittatura potessero essere messi sul medesimo piano, anche ricordando che da quelli che cantarono la prima nacquero una democrazia e la più bella Costituzione del mondo e che da quelli che cantarono la seconda nacquero le leggi razziali e le guerre coloniali.
Circa un anno fa su questo blog scrissi “L’elogio della pernacchia” perché davvero questo può essere l’unico metodo serio ed efficace per interloquire con una maggioranza che continua a fare cose terribilmente dannose per la comunità, a straparlare, a opporre soltanto decibel straripanti a fatti e a ragionamenti.
Forse non sarà molto educato accogliere così, anche individualmente, le parole di un vecchio malato, sessuomane e omofobo, angosciato dalla possibilità di dover rendere conto davanti a un tribunale di molte sue azioni. E sicuramente fare pernacchie non è politicamente qualificante né edificante, non fa crescere il livello culturale, né presuppone uno sforzo di miglioramento sociale.
Ma l’unica alternativa è trovare un altro sistema per far capire non soltanto a lui e ai suoi dipendenti che non ne possiamo più dei suoi trucchi, ma soprattutto per far entrare nella mente di tantissimi italiani che la verità non è la propaganda che quotidianamente ci dispensa. E che non siamo più disposti neppure a farci distrarre senza fine, a sostituire davanti alla nostra attenzione una notizia orrenda con una ancora peggiore. Noi tutte queste brutture non le sostituiamo l'una con l'altra: le collezioniamo tutte nella nostra memoria.

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