giovedì 10 giugno 2010

A casa non basta

In questi ultimi tempi ho scritto poco su questo blog, anche perché mi rodeva dentro la frequente critica che per cambiare la situazione non bisogna attaccare Berlusconi, ma proporre qualcosa di meglio e di credibile. Ho sbagliato. E la prova la si è avuta più chiaramente di sempre nel suo show alla Confartigianato, quando ha attaccato la Costituzione in maniera ancora più violenta ed esplicita del solito chiedendo da cancellarla in toto e di riscriverne un'altra; con la medesima irresponsabile facilità con cui si potrebbe scrivere un compitino dal titolo "i miei desideri personali".
Capisco bene che per uno che ha giurato più volte il falso sulla testa dei suoi figli, giurare il falso sulla Costituzione deve apparire meno che niente, ma così non può essere per noi. Bersani ha perfettamente ragione quando dice: «Su quelle pagine ha giurato, quindi se non gli piacciano se ne vada a casa». Perché,  anche se alcuni preferiscono non ricordarlo, una repubblica è la casa di tutti i suoi cittadini e non soltanto di chi temporaneamente è designato a governarla.
E poi se, con questo "inferno" di regole, tutti coloro che l'hanno preceduto sono riusciti a portare l'Italia dalla disastrosa situazione del dopoguerra a quella posizione di preminenza di cui lui tanto si vanta, allora probabilmente sarebbe il caso che Berlusconi, se non riesce a governare, più che andare a casa, debba andare a nascondersi. Anche se mai sarà possibile dimenticare i disastri etici e materiali che ha firmato.
Non credo che per tornare a sentire di vivere in una democrazia si debba necessariamente trovare da presentare qualcosa di meglio di Berlusconi. La vera impresa sarebbe riuscire a trovare qualcosa di peggio.

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