mercoledì 20 gennaio 2010

Diritti e privilegi

Ho letto con interesse l’intervista fatta al segretario regionale della Cisl, Giovanni Fania: su molte cose mi sono trovato perfettamente d’accordo con lui, mentre su altre vorrei effettuare dei distinguo.
Mi pare ineccepibile, per esempio, contestare il fatto che «quando le cose vanno bene gli utili restano all’impresa e quando vanno male il prezzo lo pagano i lavoratori».
Molto d’accordo sono anche quando sostiene che in questa regione il 2010 rischia di diventare una tragedia per 20 mila persone tra over 45, donne e immigrati. Ma ci aggiungerei anche i giovani che, per la quasi totalità, non riescono più a trovare né lavori attinenti agli studi da loro fatti, né stipendi degni di questo nome.
Ma c’è un punto sul quale proprio non mi riesce di essere d’accordo. Quello in cui, parlando della spesa sanitaria, Fania dice che «è solo demagogia illudere la gente che tutto va garantito a tutti». Non voglio discutere sul concetto di base: io sono convinto che ogni uomo abbia il diritto di essere curato al meglio; lui evidentemente no, ma ne ha tutti i diritti. Desidero soltanto fare un appunto sull’uso delle parole: quando un “diritto” non tocca tutte le persone, bisogna chiamarlo con il suo nome vero che è “privilegio”.
Ognuno ha diritto a pensarla come vuole, ma ci sia risparmiata, per favore, l’ipocrisia.

Nessun commento:

Posta un commento