giovedì 18 giugno 2009

E adesso stiamo aspettando

E adesso vengano pure a dire che si tratta di gossip, di spazzatura, di cose che non c’entrano con la politica. I festini con ragazze a pagamento a Palazzo Grazioli deflagrano con una forza tale che anche i più volontariamente sordi non possono fare a meno di sentire le esplosioni.
E le risposte sono addirittura più illuminanti delle accuse visto anche che nessuno si sogna di poter negare la realtà, perché le testimoni sono più di una e la magistratura ha già acquisito prove documentali e registrazioni.
Ascoltate Niccolò Ghedini che afferma che «il premier sarebbe l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile». “Utilizzatore finale” della prostituzione, tanto per chiarire.
E questo mentre il coordinatore del Pdl Denis Verdini afferma che, insomma, non ci sono uomini che resistono facilmente alle grazie di giovani donne che si offrono. Come se, tra l’altro, chiunque potesse avvicinarsi a Berlusconi tanto da offrirsi senza essere da lui chiamato oltre l’impenetrabile cortina di decine di guardie del corpo.
E, ancora, il Tg1 del fedele Minzolini affoga la notizia ben dopo la metà del notiziario rendendola del tutto incomprensibile per chi non abbia già letto i giornali, tranne nella parte con cui si accusa D’Alema di aver saputo tutto già prima. Come se sapere cosa sta succedendo fosse una colpa e, soprattutto, potesse ridurre la portata delle azioni di chi è il presidente del consiglio di questa povera Italia.
Dicono che non si deve correre dietro a queste notizie perché l’importante non è come uno statista si comporta, ma i risultati che raggiunge. Possiamo anche essere d’accordo, perché i risultati del governo Berlusconi sono davvero sconfortanti. Razzismo dilagante, fascismo che torna a far capolino con la scusa della sicurezza e nelle espressioni di una neo ministra, indebolimento delle istituzioni democratiche, promesse mai mantenute come quelle fatte ai terremotati abruzzesi che sono andati a protestare davanti a palazzo Chigi (di questo il Tg1 non ha dato proprio notizia ad avvenimento appena concluso), una crisi devastante ancora sottovalutata e dissimulata, la distruzione di un’immagine che l’Italia era faticosamente riuscita a ricostruirsi nel mondo, il palese favoritismo per le aziende di famiglia che vedono aumentare l’introito pubblicitario rispetto alla Rai e ai giornali, mentre Rai e giornali ottengono risultati migliori sul mercato.
Non molto tempo fa Berlusconi ha detto che se fosse stato vero che il presidente del consiglio aveva mentito, il presidente del consiglio si sarebbe dimesso un istante dopo. Stiamo ancora aspettando.
Come stiamo aspettando che la Chiesa dica qualcosa su questa vicenda. Qualcosa che sia un po’ diverso da quel «ognuno deve rispondere alla sua coscienza» che, riferendosi a Berlusconi, un cardinale ha detto circa una settimana fa. Ricordo che da ragazzo i sacerdoti mi spiegavano che devo rispondere dei miei peccati a Dio e non alla mia coscienza. E ricordo anche che con grande violenza il medesimo concetto è stato ribadito pochi mesi fa a Beppino Englaro, padre straziato dal dolore.

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